Il Papa parla nell’omelia della Messa dedicata ai migranti, nel corso del settimo anniversario della sua visita a Lampedusa (AG). “È Dio che bussa alla nostra porta affamato, assetato, forestiero, nudo, malato, carcerato, chiedendo di essere incontrato e assistito, chiedendo di poter sbarcare”. Il pontefice ha sottolineato che per gli stranieri la Libia è un inferno, un lager, e ci danno la versione distillata. “Non immaginate l’inferno che si vive lì, il lager di detenzione per questa gente che veniva solo con la speranza” dice il Papa. Tanti i discorsi intrapresi dalla globalizzazione dell’indifferenza alla falsità e ingiustizia. Il pontefice sottolinea che sono peccato da cui anche noi, cristiani di oggi, non siamo immuni.
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